Quali sono i primi giochi dei bambini? Scopriamolo con Giada Cegna nella seconda puntata di Giocare è una cosa seria.

Quali sono i primi giochi dei bambini? L’attività ludica comincia già nei primi mesi di vita. Il corpo del bambino è il primo oggetto e fonte di interesse per lui. In questa fase le sensazioni che percepisce dalle proprie azioni vanno ad arricchire il proprio Sé che si sta pian piano formando. È verso i 2-3 mesi che osserviamo delle modificazioni nei comportamenti dei bambini, permettendoci così di seguire le prime esperienze ludiche. 

Cominciare a giocare

I primi giochi vengono fatti con il proprio corpo e quello dell’adulto. Il piccolo muove le mani e le gambe e porta alla bocca gli oggetti. Queste sono attività di carattere esplorativo ed hanno la specificità di essere ripetitive per permettergli di comprendere tra il Sè e ciò che non è Sè, cioè l’altro.

In questo stesso periodo avviene un’acquisizione importante nel bambino, la capacità di sostenere lo sguardo, sorridere, vocalizzare tutti elementi che mettono le radici per uno sviluppo sociale.

A partire dai 5-6 mesi ci sono altri ulteriori cambiamenti: il bambino è grado di iniziare spontaneamente le interazioni con l’adulto, ed è sempre in questo periodo che gli oggetti hanno ora un ruolo attivo e vengono usati come modalità ludica. 

Nel primo anno si sviluppano quelli che vengono definiti giochi sociali, quando vengono coinvolte due persone ed al suo interno c’è una regola che struttura il gioco. Il bambino, da ora, diventa partecipante attivo nel gioco, non imita solo le azioni dell’altro ma è ormai in grado di anticiparle e di creare da solo altre azioni. 

L’arrivo della parola

Un momento evolutivo significativo avviene con lo sviluppo ed ampliamento del vocabolario e con l’uso dei gesti comunicativi ampliando sempre più le sue azioni sociali.

Alla fine del primo anno di vita l’azione di gioco diventa di tipo combinatorio. Il bambino è ora in grado di ripetere e sperimentare nuove azioni, scoprendo le relazioni tra le cose ed il proprio agire nel mondo, come può essere ad esempio il gioco di impilare gli oggetti creandone poi uno combinato, modalità che anticipa e struttura il gioco simbolico che avverrà più avanti.

Il secondo anno di vita è incentrato sull’autonomia, il bambino sa ormai muoversi da solo nello spazio ed è proprio adesso che si modifica ulteriormente la forma del gioco.

È in questo momento che i comportamenti di gioco riguardano in maniera più specifica la realtà sociale, che il bambino imita, raccontata ed organizza attraverso il gioco di finzione o simbolico.

Riassumendo

A livello sociale il gioco si presenta in tre stadi:

  • Solitari: tipico dei bambini di pochi mesi, dove però è assente l’interazione sociale;
  • Parallelo: 1-3 anni è un gioco individuale, ma i bambini giocano in un contesto comune condividendo giochi e spazio;
  • Associativo: quando i bambini giocano in maniera simile, si osservano e si scambiano oggetti, c’è un rapporto ma la partecipazione non è comune;
  • Cooperativo: i bambini si coordinano insieme attribuendo anche ruoli diversi sentendosi parte di un gruppo.

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Ideato da Carlo Molinari
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